CENTRO d’ ASCOLTO PIER GIORGIO FRASSATI (delle Parrocchie di Collegno e Grugliasco)
1) Dal 1° Luglio 2002 e operativo il Centro d’Ascolto Pier Giorgio Frassati di Collegno-Grugliasco, nella zona ovest di Torino. Alla sua realizzazione hanno dato un notevole contributo i gruppi caritativi parrocchiali coscienti di perseguire in quest’impegno, la promozione dei valori umani, soprattutto a favore degli ultimi, per costruire una società più giusta e pacifica.
Fedeli a queste convinzioni e confortati anche dai suggerimenti del protettore, l’apostolo della carità Beato Pier Giorgio Frassati, abbiamo cercato di operare, non semplicemente facendo il bene ma “facendolo con diligenza e nel miglior modo possibile” .
Nella zona di Collegno-Grugliasco esiste un Gruppo Caritativo in ognuna delle 12 Parrocchie, dove operano in totale circa 200 volontari. Il servizio che questi volontari offrono alle famiglie in difficoltà è principalmente quello del “pronto intervento” per sanare le emergenze, che vanno dal pagamento delle bollette per le utenze domestiche, alla morosità degli affitti, al pacco di alimentari per l’immediato sostentamento.
Da un’indagine svolta a suo tempo dalla Commissione Caritas Zonale era emerso che a fronte di un territorio con popolazione di 90.000 abitanti e dove purtroppo sono presenti realtà di profondo disagio ed emarginazione, tipiche delle periferie delle grandi città, (famiglie disgregate, minori abbandonati, ex-internati in ospedale psichiatrico, ex carcerati, disoccupati cronici, anziani soli, senza-casa, ecc.) non esisteva una presenza che privilegiasse l’ascolto delle persone. C’era l’attenzione ai bisogni materiali più immediati ma purtroppo non c’era luogo e spazio per dedicarsi alle tematiche che favoriscono la cura, l’attenzione, la promozione della persona umana. Un luogo e uno spazio ove, come riporta lo Statuto del Centro d’Ascolto, “accogliere, ascoltare, indirizzare e ricercare soluzioni alle problematiche presentate dalle persone in situazioni di disagio e ove queste potessero sperimentare, attraverso l’accoglienza e l’ascolto, il volto fraterno della comunità cristiana.”
Il primo passo per creare una struttura che colmasse questa lacuna, é stato quello di coinvolgere le 12 Parrocchie della zona, le quali pur conservando la loro specificità, fossero disponibili alla creazione di una realtà che come compito specifico avesse, non quello di distribuire aiuti materiali, bensì quello di dedicarsi all’ascolto delle persone residenti nei due comuni, e fosse in grado di svolgere le azioni opportune per sollevarle dalle loro temporanee difficoltà.
La risposta delle comunità parrocchiali fu positiva; tutti concordavano sulla necessità di creare un Centro d’Ascolto anche per affrontare, con la dovuta e specifica preparazione, certi tipi di disagi e per avere allo stesso tempo un unico interlocutore di riferimento con le Amministrazioni locali e statali.
Allora abbiamo pensato al secondo passo da fare, cioè quello di coinvolgere le Amministrazioni dei due comuni e il Consorzio Intercomunale di Aiuti alla Persona (C.I.S.A.P.) con il quale le Caritas Parrocchiali avevano già in atto fattivi rapporti di collaborazione.
Il riscontro alla nostra proposta fu di plauso e incoraggiamento, con dichiarazioni di disponibilità a supportare l’iniziativa anche sotto forma di aiuti concreti.
Ecco quindi che dalla fase di studio occorreva passare a quella operativa. Anche questa è stata l’occasione per mettere in pratica gli insegnamenti del nostro protettore e cioè che la Fede deve tradursi in scelte concrete sulle quali incardinare e animare la storia di ogni giorno.
La sede del Centro, un grandissimo problema da risolvere, i volontari e la loro formazione, i fondi per la gestione del Centro, il nome stesso del Centro, la creazione di un’Associazione “ad hoc”, tutto partendo da “zero” o meglio pieni di speranza e della buona volontà di alcune persone.
Abbiamo messo tutti i nostri problemi nelle mani del Signore e di un campione della Carità, il Beato Pier Giorgio Frassati, un giovane testimone di come la vita e la Carità vadano vissute, e allo stesso tempo un fervente devoto della Madonna Consolata, colei che ascolta le nostre suppliche e ci è modello di vita cristiana e umana.
Le nostre attese sono state esaudite, ogni problema ha avuto una soluzione, alcuni temporanea altri definitiva.
Come, ad esempio, la prima sede del Centro che è stata in Via Crimea 38 a Collegno; un ex asilo concesso dal comune in comodato gratuito per sei anni, posto in zona ben servita dai mezzi pubblici. E poi i volontari, 25 persone appartenenti alle parrocchie della zona che hanno risposto con entusiasmo e impegno partecipando ai 12 incontri di formazione organizzati dalla Commissione Caritas della zona.
Uno sforzo particolare ha richiesto la creazione dell’Associazione, con la preparazione dello Statuto secondo le direttive della Caritas Diocesana e successivamente rivisto secondo le esigenze dell’Amministrazione Provinciale al fine di un riconoscimento come associazione ONLUS.
E ancora tanto lavoro dei volontari e problemi connessi alla ristrutturazione dei locali con il reperimento dei diversi arredi.
Infine, ma non ultimo perché elemento determinante, la questione dei fondi, alcuni erano arrivati, altri in arrivo dai Comuni, dal C.I.S.A.P. da Enti pubblici e privati che sono serviti per importanti lavori di ristrutturazione e per le spese di avviamento e di gestione. II resto è cronaca e riguarda il giorno dell’inaugurazione e l’entrata in attività del Centro d’Ascolto Pier Giorgio Frassati.
2) “…Sara un’antenna poderosa per ascoltare le povertà del territorio, filtrarle alla luce del Vangelo e rilanciarle a tutta la Comunità”: cosi ha definito il Centro nel giorno d’apertura dott. Pier Luigi Dovis, direttore della Caritas Diocesana.
Lo scopo del Centro, spiega lo Statuto, “è di incontrare le persone in difficoltà e accompagnarle nella soluzione dei loro problemi dando vita ad una rete di solidarietà tra le varie attività assistenziali delle Parrocchie e delle Amministrazioni pubbliche”. Non si tratta, è stato ribadito, di un organismo che sostituisce i gruppi caritativi parrocchiali, ma che li sostiene e li incoraggia, cercando di valorizzare il ruolo di quelle che sono chiamate reti informali (famiglia, amici, comunità ecclesiali) e di metterle in relazione con la rete formale dei servizi presenti sul territorio. In pratica questo significa accogliere e ascoltare quanti si presenteranno al Centro e di accompagnarli in tutte le azioni da intraprendere per superare la situazione di disagio.
Monsignor Guido Fiandino, Vicario Generale della Diocesi di Torino, ha benedetto il Centro e ispirandosi ad un crocifisso stilizzato esposto nel salone, ha commentato la funzione della struttura: ” dovete ispirarvi al vostro crocifisso in cui non compare il corpo di Gesù, perché il compito del Centro d’Ascolto è di staccare tante persone (poveri cristi) dalla loro croce, o di aiutarle a trovare la forza di portarla; una croce che è fatta di tante povertà, di solitudine, di mancanza di speranza.
Sulla stessa linea fu l’intervento del Sindaco di Collegno, Umberto D’Ottavio: “Questa iniziativa, che ha come obbiettivo di aiutare persone temporaneamente in difficoltà., aiuta a creare il senso di comunità tra la gente di Collegno e di Grugliasco, perché una volta terminato il disagio rimane il rapporto personale e, attraverso il servizio, si scopre che ci sono molti motivi per stare bene insieme piuttosto che per dividersi”.
“Si tratta di uno dei migliori esempi di collaborazione tra i due Comuni, concorda il Sindaco di Grugliasco Marcello Mazzù, e questa novità va pubblicizzata e fatta conoscere a tutti i cittadini della zona.
E cosi da quel Luglio dell’anno 2002 le attività sono proseguite, gli ospiti del Centro aumentano di numero ogni anno e cosi pure i nostri interventi per sollevare dalle emergenze quanti a noi si rivolgono.
Una delle iniziative promosse in collaborazione con la Fondazione C.R.T. e con il Centro per l’impiego, ha riguardato la cronica sofferenza delle persone che hanno perso il lavoro. Con gli Enti sopraddetti sono state organizzate 12 borse di lavoro per altrettante persone tutte completate positivamente e alcune (3) con assunzione a tempo indeterminato.
Oggi il Centro d’Ascolto svolge, in accordo con il Centro per rimpiego, gli uffici lavoro dei due comuni e con la Diocesi un’attività di sostegno e accompagnamento per i disoccupati e gli inoccupati per ricercare e proporre possibilità di lavoro.
3) Il contatto pressoché quotidiano con i problemi delle persone che “faticano”, specialmente quelle anziane, fa emergere, via via, un’altra necessità, vale a dire l’esigenza di rispondere alle frequenti richieste di trasporto agli ospedali (es. Rivoli – Candiolo) o ai Presidi Sanitari ove si praticano cure mediche, fisioterapiche o esami clinici. La ferma volontà di dare una risposta positiva a queste situazioni scaturisce nella decisione del Consiglio Direttivo dell’Associazione di avviare il progetto chiamato “Camminare con Te” per fare qualcosa in più del semplice servizio di trasporto, ma si intende proporre un vero e proprio accompagnamento delle persone là dove le loro necessità di cura o di altri impegni lo richiedano, assistendole, sotto il profilo umano anche con un sostegno morale e dando loro un sollievo per quanto riguarda le complicazioni derivanti dalle limitazioni motorie e dalla scomodità del luogo da raggiungere. Naturalmente il servizio sarà gratuito e dedicato alle persone con comprovate situazioni minimali di reddito e a quelle residenti nei comuni di Collegno e Grugliasco. La fase progettativa del nuovo servizio vede il coinvolgimento delle Amministrazioni comunali di Collegno e Grugliasco, il CISAP e anche l’ASL. La risposta degli enti contattati é di incoraggiamento e condivisione del progetto. Non resta quindi che iniziare il reperimento dei volontari e dei fondi per l’acquisto dei mezzi di trasporto.
La risposta dei volontari e stata più che buona mentre per quanto riguarda il primo mezzo di trasporto abbiamo avuto l’opportunità di acquistare una Fiat- PALIO a prezzo di favore.
Inizia cosi nell’ottobre 2005 il servizio gratuito “CAMMINARE CON TE”, servizio di accompagnamento a favore di quanti non possono utilizzare mezzi pubblici e si trovano in ristrettezze economiche e che debbano raggiungere ospedali o centri medici di cura.
A confermare la validità del servizio arrivano le numerose richieste, sia dalle parrocchie sia dalle Assistenti Sociali, ma arriva anche la possibilità di usufruire del contributo dell’iniziativa con intento sportivo e di solidarietà sociale denominata “CORRICOLLEGNO”. Arrivano perciò i fondi che contribuiscono a sostenere la spesa per il secondo automezzo un Fiat-DOBLO. Quindi dal mese di aprile 2006 il servizio di accompagnamento può usufruire di due automezzi ma anche della disponibilità di altri volontari. Oggi i due automezzi lavorano a pieno ritmo e per usufruire del servizio occorre prenotare con un cautelativo tempo di anticipo. Ma un altro servizio è richiesto dal Comune e dalle esigenze che emergono da una società che intende evitare l’emarginazione delle famiglie e delle persone: dare la possibilità ai bimbi nomadi, che abitano in Strada della Berlia, di frequentare la scuola come tutti gli altri ragazzi. Il comune di Collegno mette a disposizione un automezzo e il Centro si impegna a ricercare dieci volontari che ogni mattina accompagnino i ragazzi alle rispettive scuole. E’ un gesto di carità e di attenzione ma anche di promozione umana che tende alla valorizzazione delle persone e all’emancipazione da iniziare nell’età giusta.
Oltre a questo impegno emerge un’altra necessità, indirizzata agli stessi obiettivi, vale a dire l’integrazione e il miglioramento della vita delle persone, e cioè l’accompagnamento di alcuni ragazzi disabili a sedute di ippoterapia per esercizi di “Riabilitazione tramite equitazione”.
E quindi i volontari, una volta la settimana, svolgono questo servizio di accompagnamento al maneggio di Pianezza per alcuni ragazzi con patologie psichiche e/o motorie.
4) Nella seconda metà del 2005 gli eventi portano una notizia che preoccupa l’Associazione . Infatti l’Amministrazione comunale intende abbattere la struttura, di cui il Centro è ospite in Via Crimea/C.so Montello, per far posto ad un’area mercatale e anche perché la struttura va obbligatoriamente bonificata a causa di una consistente presenza di amianto. Le proposte e i sopralluoghi per visionare altri locali hanno infine trovato una idonea soluzione nella “Casa Madre Teresa di Calcutta” in Via Messina 4 a Collegno. Detta struttura si presenta idonea come posizione e accogliente come locali, adatta per le attività del Centro. Come già, successo per la prima sede anche qui i lavori di adattamento sono indispensabili e presentano anche un notevole costo. La necessità ci porta, ancora una volta, a bussare alle porte di chi può darci un aiuto ed è sensibile alle iniziative che hanno un’impronta di solidarietà sociale: la Compagnia di San Paolo.
Grazie quindi all’Amministrazione comunale di Collegno e alla Compagnia di S. Paolo dal mese di ottobre 2006 il Centro d’Ascolto ha una nuova sede, accogliente nella struttura e conveniente come posizione e accessibilità.
Siamo nel 2008, la crisi economica che ha investito gran parte del mondo industrializzato si fa sentire in modo pesante anche in Italia e verosimilmente in Collegno e Grugliasco. Già da un primo sguardo ci si rende conto come pochi altri luoghi siano stati pesantemente colpiti come questa zona posta ad ovest di Torino. Da oltre vent’anni, infatti il territorio è interessato da un costante spopolamento di aziende e da una perdita di capacità produttiva che non è mai stata rimpiazzata. E cosi tornano alla mente aziende come la Bertolini, la Mandelli, la Gallino Gomma, la Pininfarina, rilocalizzate, per poi proseguire con la Sandretto, la Impes, il cotonificio Leumann fino ad arrivare alla Bertone, alla De Tommaso e in questi ultimi tempi la Agrati di Collegno che, con decisione inspiegabile, ha bruciato altri 82 posti di lavoro.
La perdita del lavoro e quindi di un reddito, da parte del Capo Famiglia, è la condizione che crea problemi a catena in ogni famiglia. Come già evidenziato in precedenza la nostra zona ha subito un pesante impatto dovuto, alla contrazione del mercato del lavoro in generale, e alla chiusura totale o parziale di molte realtà aziendali locali. E’ doveroso però ricordare come il problema della perdita del lavoro diventi drammatico per le famiglie monoreddito e per i casi dove non sia possibile ricorrere agli ammortizzatori sociali. Le persone che si trovano in queste condizioni, e i casi sono ricorrenti, rischiano di diventare vittime dell’esclusione sociale perché assieme al posto di lavoro sono privati della dignità, a volte della casa altre volte anche della famiglia.
Viene istituito nel 2009 lo “Sportello per l’ascolto e l’accompagnamento al lavoro (SPL), L’iniziativa nasce su proposta della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Torino, con la Fondazione Operti, con il CPI di Rivoli, con lo Sportello del lavoro del Comune di Collegno, e poi con i volontari delle Parrocchie di Collegno, che sensibilizzati e sollecitati dal Centro Frassati hanno compreso le difficoltà attivandosi per la creazione di uno Sportello Lavoro Parrocchiale e ora continuano a collaborare all’iniziativa. Quattro sono i volontari per l’ascolto dedicato al lavoro. Altri 3/4 volontari fanno ricerca di offerte in rete in collegamento con il servizio al lavoro della Diocesi che poi invia i risultati a tutti gli sportelli lavoro di Torino e dintorni.
In questa attività del Centro operano due volontari delegati dell’Uff. Pio San Paolo.
Oltre all’ascolto approfondito circa le capacità lavorative delle persone e le attività svolte, si tenta di far emergere il meglio delle stesse, cercando di responsabilizzarle creando in loro la voglia di rimettersi in gioco soprattutto dove per qualche motivo a venuta a mancare la speranza. Le persone che ascoltiamo hanno un livello d’istruzione molto basso sono culturalmente poco preparate, vuoi perché sono anziane alla soglia della pensione, vuoi perché sono giovani con scarsa vocazione allo studio. Alcuni di questi però hanno scelto di partecipare ai corsi di formazione in quanto hanno capito che anche se l’industria avesse ripreso le assunzioni non avrebbero avuto la possibilità di essere ricollocati.
E’ un modo di ascoltare e accompagnare che impegna molte energie.
Per poter svolgere con competenza e al meglio il nostro compito, abbiamo attivato il LAVORO ACCESSORIO per due persone che, con noi, hanno creato un programma nel quale sono stati riversati tutti i dati relativi alla nostra attività, sul LAVORO dal 2009 ad oggi, permettendoci, attraverso dei reports, di disporre di tutte le informazioni necessarie a comprendere la situazione attuale e attraverso le medesime migliorarne il servizio.
Ci resta ancora da evidenziare i modello della nostra attività, vale a dire in che cosa consiste il nostro operato.
Forse più che tante spiegazioni possono parlare i numeri, riportati nel prospetto allegato a cui rimandiamo per dare concretezza al nostro lavoro. C’è però un aspetto che i numeri non possono esprimere ed è quello dell’accoglienza. Le persone che si presentano al Centro sono accolte, tutte, indipendentemente dal loro credo religioso, dalla loro nazionalità , dal loro passato o dalla situazione presente. Vengono accolte, ascoltate, e per quanto possibile indirizzate verso una possibile soluzione dei loro problemi. Certo non possiamo fare miracoli, ma il solo fatto di essere disponibili ad ascoltare e già di grande aiuto per chi non è neanche in grado di far valere i propri diritti. E, quando e possibile, riusciamo, con il sostegno dell’ 8/000 della Caritas Diocesana e la preziosa collaborazione delle Parrocchie anche a dare un aiuto per evitare sfratti, interruzioni di servizi essenziali come luce, gas e riscaldamento.
“L’unità è il primo bene di una comunità“ questo è il principio che ha guidato il lavoro che e stato fatto finora, e che sempre più richiederà una conferma quotidiana, convinti come siamo che attraverso questa specifica attenzione contribuiremo alla promozione di taluni valori che nella nostra società attendono ancora di essere realizzati.
Aver operato affinché le principali realtà della zona chiamate a compiti di sostegno alle persone meno fortunate, significa far si che “collaborazione” e “disponibilità” non restino solo belle parole o buone intenzioni, ma siano portate sul piano concreto dell’azione. E’ un reciproco arricchimento per la chiesa, e per la società, è un segno per tutta la gente del territorio che tocca con mano cosa sia l’autentico amore verso i fratelli.
I volontari del
Centro d’Ascolto P. G. Frassati